né il silenzio –
che non riesco a fare quella strada
andata e ritorno –
che con tutte le pietre e le piume ingoiate
continuo a dire mare –
che quando non ci sei
canto
perché è così che ti ho trovato –
non sai
che leggero e tutto nero
penso il tempo –
che un anello
una volta tagliato
rimane debole –
che c’è un dio per gli infelici
che ripara ombrelli e i sogni ad occhi aperti –
che il dolore scappa come un ladro sorpreso in casa.
Una bolla
un’ altra
è il sapone della pace
stringersi le mani
avere il piacere di fare la conoscenza
avere la sensazione di essersi già visti
forse la cicatrice sul ginocchio
forse a quella festa
ecco
l’asciugamano del destino
la maniglia del caso.
Gira
il mulino della mente
gira di notte di giorno
irriga
i vecchi alberi di nervo
le saline dell’infanzia
i vicini campi del presente
fino all’acqua in casa
al bicchiere sul comodino
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